Arte fuori dal palco

Un CD dedicato a Beethoven per festeggiare  il nuovo direttore dell'Orchestra La Toscanini

Orchestra Filarmonica Toscanini
Orchestra Filarmonica Toscanini

La Fondazione Arturo Toscanini di Parma offre, in un CD dalla particolare veste grafica, la registrazione del concerto di debutto di Enrico Onofri come direttore dell'Orchestra La Toscanini.

30 ottobre 2020: l'Orchestra Filarmonica Toscanini –più semplicemente, “La Toscanini”- si esibisce nell'Auditorium Paganini a Parma. Spento l'eco degli strumenti scende in sala, come ricorda oggi il suo responsabile artistico Alberto Triola, "un silenzio irreale e surreale, un silenzio di inquietudine, angosce, caducità... ma che apre insondati spazi di riflessione". Mancava infatti in sala, a causa della pandemia, il pubblico col quale si è soliti condividere la musica, e quindi quel particolare calore, quella festosità che chiude ogni esibizione. 

Il concerto è stato poi replicato due volte ad inizi di dicembre 2021, spettatori stavolta presenti; ma già nella precedente occasione venne comunque offerta la possibilità di collegarsi alla sala in streaming; ed in seguito La Toscanini ha messo a disposizione la registrazione in CD di un evento che assumeva un valore particolare, (acquistabile online su www.latoscanini.shop) oltre a quello di celebrare i 250 anni dalla nascita di Beethoven.

L'esecuzione della Settima Sinfonia (Parma, 3 dicembre 2021, foto Luca Pezzani)

Il nuovo direttore musicale de La Toscanini

Quel concerto segnava difatti il debutto di Enrico Onofri quale direttore principale della Filarmonica Toscanini, e l'avvicinamento al repertorio sinfonico da parte di un artista distintosi sinora in quello barocco.

Violinista di formazione, già collaboratore di molte formazioni barocche di fama internazionale, Onofri ha pian piano intensificato l'attività di direttore in proprio, a partire dalla lunga collaborazione con l'ensemble portoghese Divino Sospiro, approdando man mano sul podio di molte prestigiose orchestre. 

Lo scorso anno il salto alla direzione stabile di un'orchestra sinfonica, con la quale affrontare anche il repertorio del primo romanticismo, seguendo i precedenti di personalità quali Harnoncourt, J. E. Gardiner o Frans Brüggen. Che però contavano talvolta su formazioni di strumenti originali, come l'Orchestra of the Eighteenth Century.

Vadim Kholodenko (foto Luca Pezzani)

Beethoven, cardine tra classicismo e romanticismo

Il concerto d'esordio di Onofri alla guida de La Toscanini – una 'normale' formazione sinfonica - vedeva in programma due capisaldi del repertorio di Beethoven, la Settima Sinfonia e il Quinto Concerto per piano e orchestra

Affrontati ovviamente, almeno in parte, con i criteri di quella prassi esecutiva storicamente informata di cui è un alfiere: «In queste nostre letture abbiamo tentato di aderire il più possibile alle intenzioni del compositore: abbiamo scelto pertanto di utilizzare le edizioni Urtext Bärenreiter che riportano fedelmente le fonti originali, attenendoci il più possibile ai precisi metronomi indicati da Beethoven e alle articolazioni autografe. Per avvicinarci alle sonorità del tempo abbiamo inoltre utilizzato una coppia di timpani piccoli, nonché qualche corda di budello nella sezione dei bassi», pur riconoscendo in onestà d'inseguire «un desiderio forse vano di ritrovare un tempo perduto e ideale"

Vadim Kholodenko e Enrico Onofri (foto Luca Pezzani)


Il risultato, nella Settima Sinfonia, è quello di un approccio molto equilibrato, quasi prudente, alla partitura, visibilmente giocato tutto sulla chiarezza dei suoni e su sottili equilibri e ben dosati giochi dinamici delle varie sezioni.

Un giovane gigante della tastiera

La parte solistica, nel Quinto Concerto “Imperatore”  è affidata ad un brillante virtuoso qual'è Vadym Kholodenko: sostenuto da un'orchestra di olimpico nitore, il pianista di Kiev – artista in residence de La Toscanini - privilegia un'esecuzione estroversa nel carattere, ma solida nelle fondamenta, e dall'andamento brillante; mettendo in campo tutta quella esaltante cromaticità che segna di norma le sue esecuzioni.

Senza che mai finisca in secondo piano, come gli è proprio, l'approfondimento testuale della partitura che ha sul leggio.


Il cofanetto contiene anche la riproduzione anastatica, fedelissima all'originale, di una lettera autografa di Arturo Toscanini custodita dalla Fondazione Toscanini, e spedita da Vienna durante le prove del suo storico arrivo nell'ottobre 1933 sul podio dei Wiener Philharmoniker. Appunto con la Settima Sinfonia.